L’immagine grafica di Cecilia è stata studiata all’ing. Giuseppe Camerini, che ha fondato l’Azienda e l’ha diretta per oltre dieci anni. Si tratta di disegni la cui armonia formale non deriva tanto da simmetrie e ripetizioni quanto da un principio matematico sottostante.
Diversi esempi si possono ritrovare nella casa de “I marmi”, ma qui ci limitiamo a descrivere brevemente il primo in ordine di tempo, che caratterizza tutte le etichette dei vini.
E’ stato scelto un motivo a cui si ispira la nostra attuale etichetta ,e ricavato dal primo dei tre sistemi di tassellature non periodiche del piano ideati dal famoso fisico-matematico Roger Penrose: quello comprendente sei forme geometriche, tra cui tre pentagoni apparentemente uguali.
Ogni figura va pensata munita di coppie di incastri, e si impone che ciascun incastro maschile di un certo tipo si accoppi solo con il corrispondente femminile. Si genera allora una tassellatura non periodica estensibile all’infinito. Non è difficile ottenere, con banali accostamenti e dopo molti tentativi, una composizione di estensione limitata, ma a questo punto alla domanda che si impone : “sarà, così com’è, estensibile all’infinito” non si può, senza ulteriori nozioni, trovare risposta.
E’ allora necessario proporsi un obiettivo preciso: liberarsi degli incastri, ricorrendo a una teoria della composizione che, se applicata, ne garantisca i prescritti accoppiamenti.
Esistono dei programmi per ottenere disegni di questo tipo al computer, che però partono sempre da un pentagono per poi suddividerlo, mentre la composizione delle etichette Cecilia e più libera, pur naturalmente nel rispetto della teoria.
Chi fosse interessato a un’analisi completa dei sistemi di Penrose puo’ consultare il libro “Tilings and patterns”- W.H. Freeman and Company, pag 531 e seguenti.